Immagini Recluse

Come ogni Sabato al San Pedro...

Cantiamo con le voci del CHACO

Come ogni Sabato al San Pedro...

.....e ci Perdiamo nei nostri Pensieri!

Parco Zologico di Mallassa (LA PAZ)

La visita al Parco Zologico con i Bambini del San Pedro

12 Aprile Dìa del Niño

Un giorno di FESTA al Centro Edcuativo Alegrìa

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domenica 27 marzo 2011

Una Domenica al Mercato di El Alto

Bisognava smaltire la Movida dell'ultimo weekend e inoltre Pietro, il fotografo ospite nella casa dell'Associazione, domani se ne torna in Italia; quale migliore occasione di visitare uno dei mercati più sgangherati della periferia pacena?
Detto fatto, appena alzati (alle 14:00 !!!!....sai com'è, la notte è giovane), incuranti delle nuvole minacciose all'orizzonte, saltiamo sul primo micrò a disposizione e partiamo alla volta di El Alto.
El Alto è un pueblo a 4000mt che ora a tutti gli effetti fa parte di La Paz, anche se i suoi abitanti sono considerati paceni di serie -.B- , poichè quì vivono le fasce meno abbienti e chi è immigrato da poco in città.
....Inizia a piovere, il cielo è scuro, fa un freddo cane, ma oramai siamo stipati dentro il nostro micrò, insieme ad una piccola folla...l'autista sprona il minivan Nissan e partiamo per la scalata: una autopista tutte curve e fosse, trafficata da un formicaio di altri minivan, tutti scassati, rumorosi e maleodoranti! La pioggia batte forte, ma lo chofeur ha pensato bene di posticipare l'acquisto dei tergicristalli, così avanziamo spediti alla cieca zigzagando tra altre vetture altrettanto sconsiderate, ma per fortuna i miei recenti problemini intestinali, mi confondono e non mi lasciano intendere se me la stia facendo addosso per il cibo o per strizza!
Dopo 20 minuti di calvario arriviamo nel quatiere di El Alto dove si tiene il mercato domenicale, ma la scalata non è finita, perchè ci attendono una decina di minuti di scale per arrivare nel piazzale principale e iniziare la vera passeggiata; l'altura si fa sentire, si respira davvero male, ma il problema principale sono i torrenti d'acqua che sgorgano magicamente dalla cima della scalinata. Come in un maledetto campo minato bisogna evitare i bimbi che giocando saltano divertiti nelle pozze, i commercianti che lanciano secchiate d'acqua alla cieca, nel vano tentativo di rendere più accessibili le loro Tiendas sommerse dalla pioggia!....e infine.....le Cholitas, le indios che portano carichi immensi sulle spalle e che scendono giù per le scale ad una velocità vertiginosa e annientano chiunque si frappone tra loro e l'autopista giù in basso.
Finalmente guadagnamo la vetta e possiamo iniziare a "rilassarci" con la nostra passeggiata, certo il mercato non è affollato e colorato come mi aspettassi, ma abbiamo alcune commissioni da sbrigare per il nostro centro educativo e inoltre la vista di La Paz dall'alto, merita sicuramente la fatica



martedì 22 marzo 2011

Facce d'Angelo

Ieri sera parlavo con un amico che ha condiviso con me un periodo di volontariato dentro il San Pedro. Tanto per cambiare discutevamo di come dietro quelle maledette mura niente sia lo stesso; eppure quegli uomini, quelle donne e quei bambini, hanno braccia,gambe e testa come i loro simili che vivono fuori; eppure i miei valori, i miei occhi e le mie orecchie rimangono sempre gli stessi, certo subiscono l'influenza dell'esperienza quotidinana che metto da parte, ma sono gli stessi. Succede pertanto che in linea di principio io possa provare uno odio viscerale per chi abusa di donne e bambini o per chi si sia macchiato di terribili omicidi, ma poi....
Poi succede che campeggiando in quel villaggio,chiamato Penal De San Pedro, incontri un uomo, ancora giovane, fanciullo nell'aspetto e nelle fattezze. Quest'uomo si presenta talvolta ai nostri inconstri del Sabato,chiacchiera con me e altri Galeotti di attualità; è pacato, sorridente, gli piace cantare ed è pure intonato. Ti abbraccia con molto calore quando arriva e ugualmente quando si ritira nella sua cella; è brillante, le sue battute sono taglienti e indicano una intelligenza acuta.
Quest'uomo, questo ragazzo, si chiama Pablo (nome di fantasia) è un Sicario dei narcos e, durante la sua giovane età, ha ucciso più di 45 persone.
La cosa realmente strana non è certamente quella che in un carcere ci siano delle persone del genere, ma che io riesca a parlare amichevolmente con dei soggetti di questa tempra, la cosa che mi meraviglia ancora e ancora è che dentro il Penal la Relazione umana assume quell'aspetto di scambio assoluto, quasi primordiale e selvaggio, che ha posto le basi del genere umano....scambio puro, senza pregiudizi, confronto sano e genuino....che altrettando tranquillamente può "degenerare" con un colpo di pistola! Eppure al San Pedro accade raramente, in maniera e quantità minore, rispetto ad altre realtà carcerarie, dove le regole e la Polizia sono sicuramente più attente alla buona convivenza interna....ma questa è solo l'ennesima assurdità del carcere paceno

domenica 13 marzo 2011

Liberi di...Costruzione di una Relazione chiusa tra 4 sbarre

Abbiamo parlato di Relazione Sociale nella molteplicità delle sue accezioni, in molti di questi Post, se non fosse altro perchè riguarda il 120% delle attività di un volontario quì al San Pedro, tuttavia affronto determinate problematiche relazionali per la prima volta e questo Carnevale dentro il carcere mi è servito per viverle e adattarle alla mia persona. Così mi sono accorto che chi vive sigillato tra quattro mura per anni della sua vita, matura una capacità innata di pensare, ragionare, sragionare e, a volte, impazzire su quello che osserva in se stesso e negli altri ogni giorno della sua detenzione. Nel carcere ci si re-inventa, perchè il pensare e il pensiero è l'unica cosa, capace di farci sorpassare le barriere materiali entro le quali siamo chiusi. Il carcere ci logora dall'interno perchè ci costringe a costruire una logica ossessiva dietro i gesti più insignificanti: una occhiataccia di un amico può farci pensare che egli ci odii per una ragione che non potremmo mai comprendere e che ci lacererà dentro; l'occhiataccia di un nemico può essere letto come un tentato omicidio e potrrebbe indurci a non frequentare più una sezione del carcere per paure innominabili; nel carcere una parola sospirata si fa urlo e una diceria verità documentata. Dietro queste situazioni relazionali paradossali, si inseriscono poi le più classiche logiche di una comunità chiusa: le simpatie, le invidie, i clientelismi, la corruzione, gli amori e le gelosie...
Una sezione del carcere contro l'altra, un delegato di sezione contro il leader della fazione opposta e la sua cerchia; Nel carcere il simbolismo di ogni singolo gesto è suscetibile delle speculazioni più assurde e può essere interpretato come è più comodo dal "potente di turno" ed è questo uno dei nodi fondamentali su cui i volontari devono prestare la massima attenzione.
Il Kinder per i nostri bimbi, infatti, non giace tanto su fondamenta traballanti, per la maniera assurda in cui è stato costruito, ma perchè è soggetto ogni giorno alle "scosse" di un mondo di Relazioni instabili e imprevedibili: come volontario, per esempio, non posso abbracciare in maniera troppo affettuosa una delle mie piccole canaglie, poichè maleintenzionato che mi osservasse, potrebbe spargere la voce che Barbara ha scelto un pedofilo come educatore; come volontario non posso fermarmi più dello stretto necessario a bere qualche bicchiere con degli internos, poichè potrei sembrare un tantino "disinvolto" con Mr. Alchool e questo è male, anche il giorno di Carnevale, anche se tutti strisciano a terra gonfi di alchool come canotti; come volontario devo stare attento a scegliere le mie amicizie, poichè ogni internos ha uno status, una reputazione. Certo che posso e devo relazionarmi con tutti, specialmente con coloro che necessitano di un consiglio, di una parola, di ascolto e di affetto, ma ad ogni modo devo rispettare la"forma" e il potere costituto dietro le sbarre, perchè sfidarlo apertamente sarebbe come scuotere le fondamenta del faticoso lavoro di relazione di cui il Kinder è una magnifica espressione.
Come si può convivere con queste emozioni? Semplicemente ponendosi sempre e comuque delle "domande", re-inventarsi ogni giorno come fanno i detenuti del San Pedro, lasciando dietro l'uscio di casa, le paranoie, le paure. Cercare il loro stesso livello, ci fornisce quella necessaria tranquillità di fare bene, poichè sforzandoci di entrare nel turbinio dei loro pensieri, prima di tutto torniamo a casa con un bagaglio di esperienza e di crescita che altrimenti non potremmo mai avere; in fondo se ogni giorno non lavorassimo anche su noi stessi, riusciremmo a condividere ben poco con gli altri e la relazione diventerebbe un triste monologo interiore, senza scambio, senza umanità.
Naturalmente quello che posso offrirvi è una "finestra" sul San Pedro perchè se mi beccassero a fare foto sarebbero cazzi amri per tutti; quella che vedete dalla finestra è la sezione San Martin dove c'è il kinder per minori ciaooooooooo

martedì 8 marzo 2011

El Martes di Ch'alla

Alla fine sono sopravvissuto, il folle Carnevale di La Paz mi ha riservato una fonte infinita di conoscenza.....e di vino...ma questa è un'altra Storia!!!
Come accade per ogni festività (ma azzarderei in ogni occasione speciale per le popolazioni andine, siano esse pubbliche o private) alla fine si ringrazia sempre Pachamama, la Madre Terra, attraverso uno splendido rituale che prevede doni di fiori, ghirlande colorate, foglie di coca e alchool (in ogni sua forma) da distribuire nella propria casa, sui propri oggetti e dovunque si desideri la Benedizionedi Pachamama.Questo ritosi chiama Ch'alla, ma ha diverse declinazioni a seconda del posizione delle Ande in cui ci troviamo...
 Questo Martedì pertanto mi sono alzato informissima, classico caffè,classica sigaretta, classica...vabbè....controllo le occhiaie, mi lavo...faccio in tempo ad uscire dal bagno per essere travolto da un gruppo di facinorose intente ad agghindare me e lo spazio circostante di "cose" colorate, coriandoli,  fiori e .....VINOOOO (si ancora!!!). Il gruppo si presenta agguerrito e a nulla valgonole mie riserve dovute al fatto che sostanzialmente sono ancora rincoglionito dal sonno....La Ch'alla è iniziata, non parteciparvi con entusiasmo e fervorearrecherebbe danno a tutti....pertanto VAMOS A CH'ALLAR....
Come avete visto si Ch'alla tutto: gli angoli della casa dove si nascondo gli spiriti "cattivelli", la stanza e il letto, la macchina, il contratto d'affitto e mi raccomando....mai essere parchi con l'achool dadedicare altrimenti Pachamama si offende e gli amici ti cazziano.
Ma non è finita perchè alla fine si esplodono petardi dappertutto: noi preferiamo farlonel cortile, non ce ne voglia Madre Terra, ma il parque incendiato è un pacco!!!
Abile come non mai, do fuoco alle ultime miccie, in breve ci si ritrova armati di bicchieri trabboccanti di altro vino, in parte lo dedico alla Terra, in parte al mio stomaco, imitando la felice compagnia, che accoglie l'evento con grida, urla, altri coriandoli e "simpatiche" bombolette che lanciano schiuma a metri di distanza, manco fosse un lanciafiamme della wehrmacht!!!
Altro giro altra corsa: si cambia casa, si girano TUTTE le case dei presenti! mi sono alzato alle 09, sono le 11, non ho mangiato niente, ma in compenso scoppio petardi e bevo con Madre Terra da 2 ore....spero che almeno Lei ne sarà felice, perchè io mangerei volentieri il piùclassico dei panini con la mortadella!!! giusto per dar fastidio a Miss Gastrite che si fa largo imperterrita verso la bocca del mio stomaco.
Bene bene, alla fine dei giochi ci ritroviamo tutti in cucina, Barbara (che non a caso è la Coordinadora) ha preparato un buonissimo Pollo alla cacciatora con annesse patate al forno, la ringraziamo tutti con l'ennesimo riatuale, questa volta per nulla divino: fotografie e brindisi (Pietro nel frattempo era andato a prendere scorte di vino e dolci al mercato di Sopochaci)....viaaaaaa
Ottimo pranzo, naturalmente arriviamo al traguardo stesi...finita?
Nooooooooo, giusto il tempo di un Pit Stop (o banalmente pausa caffè) perchè ora vado a controllare cosa combinano i miei simpatici Galeotti del San Pedro. Non oso immaginare cosa accada al di là del posto posto di guardia, ma io e Barbara siamo troppo curiosi e desiderosi di dividere un pò di Ch'alla con gli amici internos! Quanto prima vi racconterò come è andata.  tanti besossss e fatemi gli auguri!!!

venerdì 4 marzo 2011

Carnevale al San Pedro....prove tecniche

Arriva il weekend e La Paz si prepara ai 5 giorni di festa per il carnevale. Come sapete già quest'anno i festeggiamenti saranno condizionati dalla recente tragedia che ha lasciato senza casa e averi migliaia di persone, tuttavia come mi ha detto un tassista questa mattina: "La solidarietà verso le vittime non può fermare una delle massime espressioni della cultura di questo paese" a pensarci bene non ha tutti i torti e sicuramente non è indice di superficialità trovare uno spazio di leggerezza e divertimento in questa vita, dove già bisogna alzarsi ogni mattina con lo spirito di animali braccati, nella penuria di parità di diritti e insicurezza di portare a casai pesos necessari per se e la propria famiglia....bravo tassista....
Io infatti ieri sera sono uscito con il buon Pedro, che mi ha iniziato alla vita notturna pacena, non ricordo esattamente a che ora abbiamo fato ritorno, però abbiamo bevuto fantastici cocktail fruttati in scodelle grandi come taniche e abbiamo ballato e saltato a ritmo di Ska con la fauna multicolore di La Paz....





....ma torniamo al Taxi. chiaramente ero troppo rintronato per la solita scarpinata fino al San Pedro, così mi sono permesso un passaggio motorizzatofino al carcere. Dopo i controlli di rito, mi sono dovuto arrendere al mal di testa perchè sembrava di essere entrati in una bolgia stile Gladiator: gli internos facevano infatti le prove tecniche del carnevale carcerario buttando nei pozzi d'acqua alcuni poveri malcapitati, che dal canto loro strepitavano inutilmente prima di arrendersi alla doccia gelata...urla festose accompagnavano il "freddo" evento, mentre io cercavo di mimetizzarmi nella folla....dovevo raggiungere il centro infantile prima che qualche losco individuo si accorgesse della mia maledetta faccia da Gringo!!!
supero il viale e finalmente guadagno il piazzale del Settore San Martin, quello del Kinder, dalle cui finestre aperte si sentono lontano un miglio le urla festose di decine di piccole canaglie.....
mi prende un pò di scoramento: e io che volevo mettere da parte il mal di testa....maledetti cocktailsssssss
Faccio il mio ingresso trionfale e mi tuffo nella folla, i bambini sono stupendi, con le loro macherine, colorate ieri pomeriggio, qualche colore ha ceduto per le manate umide d'acqua (anche i piccoli fanno esprienza lanciandosi gavettoni) e schizzi di latte e torta, qualche bambino sembra un arlecchino d'oltre oceano tra le chiazze di colore e le patacche di sporco dei vestiti, ma si respira un'aria buona: le risa, gli addobbi, le maschere e la musica, un'oasi di felicità, mentre fuori i criminali veri se le suonano nemmeno tanto dolcemente a secchiate d'acqua gelata e alchool
Buon carnevale a tutti

mercoledì 2 marzo 2011

Investire nel Mattone o esserne Investiti

Venerdì inizieranno i festeggiamenti per il Carnevale 2011, se mai ci saranno, poiché ieri l'ennesima tragedia ha colpito questo paese già sgangherato e in perenne conflitto sociale, chiuso com'è tra il forte sentimento di rinnovamento che preme dal basso e le consuetudini clientelari e corrotte della classe dirigente, dure a morire, nonostante la presenza al vertice del Governo del primo presidente indios della storia boliviana.
La tragedia i giornali l'additano alla pioggia, che sotto il suo martellamento quotidiano, sbriciola montagne e affonda come un coltello nel burro caldo. Immaginate da voi le conseguenze in una città come La Paz dove non esiste un piano regolatore, dove si può costruire dappertutto, senza alcuna autorità che discerna tra una montagna “buona” e una “cattiva”, dove evidentemente la “cattiva” è la Montagna che scivola giù portandosi dietro cose e persone nella sua folle e indomabile forza di morte. Come sempre succede in questi casi, la Bolivia piange i suoi morti,si stringe nel dolore, annuncia addirittura di interrompere i festeggiamenti sacri del Carnevale più antico del mondo (quello di Oruro) e intanto nessuno si chiede quanti morti di fame dovranno ancora pagare in pesos, le loro case costruite con il sudore di una vita, vita che poi regaleranno a Madre Terra perchè nessuno gli dice che sta ponendo le fondamenta della propria quotidianità sotto l'argilla friabile delle Ande. Tanto i Signori e i Caballeros vivono al sicuro nei loro Barrios trincerati, dove per entrare hai bisogno di mostrare di conoscere uno degli abitanti di questi quartieri alla moda, dove c'è tutto, ma proporio tutto: chiese, scuole etc.. per vivere in un Limbo dorato senza mai mischiarsi con la città e la sua lordura!




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