Immagini Recluse

mercoledì 29 febbraio 2012

L'uso Politico della IN-Giustizia

Foto di Giovanni Cobianchi 2012
La Giustizia, La Giustizia Politica, L’uso Politico della Giustizia…. Noi italiani siamo più che abituati ad ascoltare queste parole, le leggiamo stancamente da anni sui giornali, a molti di noi è persino venuto il dubbio che esistessero i Magistrati “Rossi” e che la Mummia di Lenin potesse tornare alla vita come nella famosa pellicola Holliwoodiana e sommergere l’Europa e il Mondo nell’ombra della dittatura…. Con Il tempo abbiamo imparato che l’unica vera mummia italiana è Berlusconi e la classe politica che ha generato in un nuovo “ventennio” di infausta memoria, ma senza rendercene conto, senza render ci conto presi come siamo dalla nostra quotidianità, in molti paesi la latitanza della Giustizia è per alcuni un vero incubo. La Bolivia è uno di questi paesi. In altre occasioni abbiamo già parlato dello strambo sistema giudiziario boliviano che prevede termini di carcere preventivo assurdi: 36 mesi, nei quali, in una sorta di giustizia al contrario, è la Difesa dell’imputato che deve produrre le prove necessarie alla cessazione della detenzione in attesa di giudizio e lo Stato, ad ogni modo, se dopo i canonici 36 mesi non ha raggiunto il livello necessario nelle investigazioni per incriminarti può continuare a tenerti in manette e se va bene ti manda a casa con una pacca sulle spalle, pacca sprovvista comunque delle “scuse” per averti rovinato la vita per anni….. ….e vivere in un carcere boliviano per qualche tempo, la vita te la rovina davvero, parola di chi ne ha conosciuto un po’ le dinamiche! Ieri ho conosciuto per la prima volta una aula di tribunale, un amico, prigioniero “politico” da circa 40 mesi, prelevato da casa sua, incappucciato, malmenato, minacciato e costretto a firmare una dichiarazione di colpevolezza sotto la minaccia di vedere la propria famiglia matada! Il giorno prima del suo arresto, la sua unica colpa fu quella di partecipare ad una manifestazione sindacale contro l’Agenzia nazionale boliviana per i giacimenti petroliferi (YFTB), una diatriba tra il governo e l’Oriente boliviano, vecchia di decenni, poiché i dipartimenti del sud-oriente vorrebbero ricevere maggiori “introiti” dalle estrazioni di greggio, visto che è loro la terra che rende prospero lo Stato. Nella notte fu fatto esplodere un gasdotto di 800km da cui la Bolivia esporta il greggio fino in Argentina; iniziò una polemica e la necessità di trovare dei colpevoli, furono arrestate 5 persone tra cui il nostro amico Josè Vaca. Nei 40 mesi successivi la magistratura boliviana non ha addotto nessuna prova, non ne ha bisogno, non ne vede la necessità, anche perché non ne ha…. ….ma non ha importanza, José è un chaceño, di Villamontes, un Terrorista, un terrorista sui generis, diremmo noi che da quando lo conosciamo lo sentiamo parlare solo della bellezza di condividere una tavola imbandita di ogni bene, possibilmente carne alla brace e casse di vino, un uomo che ama amare, amare le donne in particolare, un cantante con una voce possente che sopravvive nel carcere pensando alle feste e ai balli della sua terra. Un uomo che comunica vita, incriminato di aver dato la morte. Un manifestante incriminato dal partito degli ex-estremisti del Movimento al Socialismo (MAS) del sindacalista Evo Morales, oggi presidente boliviano. Un chaceño di una area socio-politicamente minoritaria del Paese, incriminato da coloro che promuovono i diritti costituzionali delle comunità minoritarie (indios)… ….es decir….la memoria storica di ogni paese è piuttosto corta, lo sappiamo noi italiani prima di tutti.

0 commenti:

Posta un commento

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More