Immagini Recluse

lunedì 4 aprile 2011

Odissea Cochabambina 2: Rilassarsi

Dopo 11 ore a spiattellare il mio posteriore su di un sedile scomodo, alle ore 01:30 mi sdraio "comodamente" sul divano del gentilissimo ex detenuto che ci ospita, detto il Gonzo. 

Il Gonzo è straordinariamente alto, sorriso e battuta sempre pronta, un clown di un metro e ottanta con 45 di piede, perfetto!
La sua compagna equatoriana ci prepara un mate bollente e poi tutti a nanna, finalmente.
Al mattino mi alzo pesto, o meglio il Gonzo mi catapulta giù dal mio scomodo giaciglio nel salone di casa, mi trascina in cucina e mi porge un tazza di caffè. La tazza è in realtà una tanica di acqua bollente nera, ma stordito come sono penso mi farà solo bene. Infatti dopo la routine mattutina in bagno, mi lancio con barbara verso il centro del pueblo; un sole tiepido scalda il mio risveglio e l'aria è fantastica!
Dopo quasi due mesi di aria pacena, Cochabamba è una benedizione: l'ossigeno si fa strada nei miei polmoni senza alcuna difficoltà, è fresca, pulita e profumata dei fiori delle mille aiuole che ornano il centro cittadino, molto curato. Passseggiamo per la piazza centrale, prendiamo un refresco e chiacchieriamo con il Gonzo che ci fa da Cicerone; 



andiamo a vedere la immensa statua del Jesus Blanco che domina la città, dalla montagna; immaginate l'omonima statua di Rio de Janeiro, ma più grande.....i cochabambini amano poterlo ripetere. Dopo un pranzone all'italiana (io e barbara prepariamo una mega Carbonara per ringraziare dell'ospitalità), ci meritiamo una siesta, perchè il sole fuori inizia a picchiare e la passeggita mattutina mi ha lasciato in dono una piccola ustione sulla spalla destra, purtroppo sono bianchino e ho dimenticato la crema solare in casa!


Il pomeriggio altro giro, questa volta al mercato e questa volta in moto....almeno io vado in moto, mentre barbara opta per una pedalata in bicicletta. Vistiamo il penale di Cochabamba (deformazione professionale con carattere ossessivo) e poi il più profano Prado: una immensa via di locali dove rilassarsi e prendere un aperitivo, cullati dalla dolce brezza serale.





Purtroppo la dolce vitavolge al termine così. Giusto il tempo di gustare il pueblito e poi tutti a casa.
La sera infatti torniamo a riposare a casa del Gonzo per poi ripartire al mattino....l'incubo della Flota (Bus) persiste e arrivo con terrore al Terminal. La prossima volta......AEREO!!!!
Almeno il rientro notturno a La Paz ci regala una visione oramai familiare, ma sempre bella da poter mirare nuovamente: La città illuminata! Barbara la chiama "Il presepe"....come dargli torto?


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