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mercoledì 2 marzo 2011

Investire nel Mattone o esserne Investiti

Venerdì inizieranno i festeggiamenti per il Carnevale 2011, se mai ci saranno, poiché ieri l'ennesima tragedia ha colpito questo paese già sgangherato e in perenne conflitto sociale, chiuso com'è tra il forte sentimento di rinnovamento che preme dal basso e le consuetudini clientelari e corrotte della classe dirigente, dure a morire, nonostante la presenza al vertice del Governo del primo presidente indios della storia boliviana.
La tragedia i giornali l'additano alla pioggia, che sotto il suo martellamento quotidiano, sbriciola montagne e affonda come un coltello nel burro caldo. Immaginate da voi le conseguenze in una città come La Paz dove non esiste un piano regolatore, dove si può costruire dappertutto, senza alcuna autorità che discerna tra una montagna “buona” e una “cattiva”, dove evidentemente la “cattiva” è la Montagna che scivola giù portandosi dietro cose e persone nella sua folle e indomabile forza di morte. Come sempre succede in questi casi, la Bolivia piange i suoi morti,si stringe nel dolore, annuncia addirittura di interrompere i festeggiamenti sacri del Carnevale più antico del mondo (quello di Oruro) e intanto nessuno si chiede quanti morti di fame dovranno ancora pagare in pesos, le loro case costruite con il sudore di una vita, vita che poi regaleranno a Madre Terra perchè nessuno gli dice che sta ponendo le fondamenta della propria quotidianità sotto l'argilla friabile delle Ande. Tanto i Signori e i Caballeros vivono al sicuro nei loro Barrios trincerati, dove per entrare hai bisogno di mostrare di conoscere uno degli abitanti di questi quartieri alla moda, dove c'è tutto, ma proporio tutto: chiese, scuole etc.. per vivere in un Limbo dorato senza mai mischiarsi con la città e la sua lordura!




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